Scrivere in Italiano

Ho aggiunto al mio blog una categoria chiamata “Italiano”, perché sono italiana e ho deciso che è arrivato il momento di utilizzare questo blog per scrivere anche nella mia lingua. Beccatevi ‘sto monologo.

Italiano vs Inglese

Spesso mi viene chiesto perché, da studentessa italiana del liceo classico, ho deciso di mollare tutto, mollare l’Italia e scrivere principalmente in inglese.

Inizialmente è stata una questione di pubblico. Vivevo e lavoravo in Inghilterra. Collaboravo con aziende, bar e ristoranti inglesi. L’inglese è una lingua che molti, inglesi e non, usano per comunicare, ed è la lingua parlata nei paesi in cui ho passato la maggior parte della mia vita lavorativa: l’Inghilterra, l’Australia e l’America.

Arrivò poi la pigrizia. Avrei potuto tradurre tutto dall’inglese all’italiano e vice versa (come inizialmente stavo facendo), ma mi ero stancata di scrivere lo stesso post in due lingue diverse. La scrittura perdeva senso e brio in entrambe le lingue, diventava un lavoro. 

In più, dopo i miei primi tre, quattro anni qui a Londra, mi son resa conto che ormai certi aspetti della mia vita accadevano e venivano pensati in inglese. Per esempio il romanzo che ho appena pubblicato su Amazon, Bad/Tender, una versione imbruttita di una relazione violenta da cui sono uscita più o meno intera, nacque in italiano ma diventò inevitabilmente una storia inglese.

A quei tempi, scrivere di sesso in italiano mi suonava volgare, trash, sporco. In inglese mi veniva più naturale, forse per la spregiudicatezza dei discorsi fatti qui a Londra, o forse perché sono Carla Bruni dentro. O magari il mio italiano era molto scolastico, serioso, e allo stesso tempo bambino, mentre a scrivere in inglese ero io adulta (più o meno). 

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Foto: Davide Ragusa su Unsplash

Ritorno Alle Origini

Dopo anni di voluta lontananza dall’Italia – estati passate a Londra, capodanni a Cuba, vacanze risicate causa politiche lavorative londinesi, un anno e mezzo di Master in Australia – mi sono riappacificata con la mia terra e la mia lingua.

Ho finalmente capito che non erano l’Italia e l’italiano ad essere sbagliati, ma io che mi sentivo a disagio e che avevo bisogno di sfide in posti diversi. Ho finalmente capito che, così come certe cose rendono bene solo in inglese, altre rendono bene solo in italiano.

Il risveglio è avvenuto grazie ai romanzi di Elena Ferrante (chiamatemi basic, ma oh, sono belli) e grazie alla richiesta di collaborazione di una blogger sarda residente a Londra come me, Bellezza in the City. Ho scritto per lei un post in italiano (lo trovate qui) e mi sono divertita.

Quindi niente, si ritorna alle origini, anche se non tutti i giorni. Godetevi le mie stupidaggini pure in italiano.

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